| |Literature=Rooses - Ruelens 1900, no. 351, p. 260-261; Callataÿ 2017, p. 109, n° 132. | | |Literature=Rooses - Ruelens 1900, no. 351, p. 260-261; Callataÿ 2017, p. 109, n° 132. |
| |Grand document=13 Nov. 1623 (from Paris): “che vi erano state rubate le costette piu preciose ch’io havessi fra le mie antiquità, cioe piu di cento cinquanta medaglie d’oro, o monete vecchie, tutte delle grandi, giache li ladri hanno havuto il tempo di cappare le grosse, et lasciar le piccole, et ce ben piu di cinquecento schudi al solo peso dell’oro, io non stimo niente quella perdita da due medaglie in poi l’una picciola di Ludovico Pio col rovescio d’una corona et inscrittione Munus divinum, et l’altra grossa di peso di dieci schudi poco meno con l’imagine di Arsinoe di Philadelpho, laquale io stimava essere il talento Thebaico Egittio. Di tutto il resto io non me ne curarei altramente ben che vi fossero alcune medaglie conservatissime et una bella serie dell’imperio occidentale, e monete rare della terza stripe di nostri Re di Francia. Ma il mio cordoglio sta nella perdita d’un studiolo picciolo di rbano che è stato portato via tutto intiero nel quale stavano tutte le mie gemme in numero di mille duento et piu, fra le quali è rubato in mall’ hora quel bel Actione, del quale io era stato tanto fiero quel centenaio di que’ tagli basilidiani con figure et inscrittioni barbare, fra le quali si vedevano cosette curiosissime, et alquante medaglie delle più excellenti ch’io haveva collocate fra le gemme, cosi di rame come d’argento, et fra esse del Jove Heroe et molte altre cosi non volgari” (Carpentras, Bibliothèque et Musée Inguimbert, Minutes et copies des lettres de Peiresc, V, f° 750; Rooses et Ruelens III 1900, no. 351, p. 260-261). | | |Grand document=13 Nov. 1623 (from Paris): “che vi erano state rubate le costette piu preciose ch’io havessi fra le mie antiquità, cioe piu di cento cinquanta medaglie d’oro, o monete vecchie, tutte delle grandi, giache li ladri hanno havuto il tempo di cappare le grosse, et lasciar le piccole, et ce ben piu di cinquecento schudi al solo peso dell’oro, io non stimo niente quella perdita da due medaglie in poi l’una picciola di Ludovico Pio col rovescio d’una corona et inscrittione Munus divinum, et l’altra grossa di peso di dieci schudi poco meno con l’imagine di Arsinoe di Philadelpho, la quale io stimava essere il talento Thebaico Egittio. Di tutto il resto io non me ne curarei altramente ben che vi fossero alcune medaglie conservatissime et una bella serie dell’imperio occidentale, e monete rare della terza stripe di nostri Re di Francia. Ma il mio cordoglio sta nella perdita d’un studiolo picciolo di rbano che è stato portato via tutto intiero nel quale stavano tutte le mie gemme in numero di mille duento et piu, fra le quali è rubato in mall’ hora quel bel Actione, del quale io era stato tanto fiero quel centenaio di que’ tagli basilidiani con figure et inscrittioni barbare, fra le quali si vedevano cosette curiosissime, et alquante medaglie delle più excellenti ch’io haveva collocate fra le gemme, cosi di rame come d’argento, et fra esse del Jove Heroe et molte altre cosi non volgari” (Carpentras, Bibliothèque et Musée Inguimbert, Minutes et copies des lettres de Peiresc, V, f° 750; Rooses et Ruelens III 1900, no. 351, p. 260-261). |