Pietro Andrea Andreini - Giuseppe Magnavacca - 1689-10-1

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Pietro Andrea Andreini, Venice

Pietro Andrea Andreini - Giuseppe Magnavacca - 1689-10-1
FINA IDUnique ID of the page  1147
InstitutionName of Institution. Bologna, Archivio di Stato
InventoryInventory number. FMC, IV, 22/682
AuthorAuthor of the document. Pietro Andrea Andreini
RecipientRecipient of the correspondence. Giuseppe Magnavacca
Correspondence dateDate when the correspondence was written: day - month - year . October 1, 1689
PlacePlace of publication of the book, composition of the document or institution. Venice 45° 26' 13.88" N, 12° 20' 4.52" E
Associated personsNames of Persons who are mentioned in the annotation. Monsù Martino
LiteratureReference to literature. Missere Fontana 2012, p. 244, note 111
KeywordNumismatic Keywords 
LanguageLanguage of the correspondence
External LinkLink to external information, e.g. Wikpedia 
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Grand documentOriginal passage from the "Grand document".

-Lettre du 1 oct. 1689 (de Venise) : sur la duplicité de Monsù Martino : « Se a Bologna i Monsù Martino vengono di Roma, qui (à Venise) ci nascono e mi hanno rotto la testa …con la congiura che hanno contro di me, come sconciatore del lor mestiere, a voi credere, ma io non conosco né ho abilità a conoscere, ma solo d’essere ingenuo con gli amici, che mi comandano. Certo pero che si raffinano e se le cose loro si liberassero per quello che sono, portarebbe la spesa a fame studio a parte, tanto tavolta sono belle e franche, ma diciamo il vero che Monsù Martino è un diavolo e tiene il primato. Certo lo verdo volentieri, se qui è per capitare. Del resto nulla si vede andare a torno. A Roma la stagione comincia a somministrare nuove cose e di Francia comincierà a ritornare in Italia tutto il buono, se le cose camineranno come han cominciato » (Archivio di Stato di Bologna, FMC, IV, 22/682 – Missere Fontana 2012, p. 244, note 11).

References

  1. ^  Missere Fontana, F. (2012), "Antiquari da pasticci : mercanti itineranti nei carteggi del Seicento", Numismatica e Antichità Classiche, 41, pp. 243-258.