Sebastiano Erizzo - Clément Thévenin - 1566-6-7

From Fina Wiki
Revision as of 16:02, 7 October 2019 by FDeCallatay (talk | contribs) (Created page with "{{Correspondence |Institution=Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana |Inventory=Ms 277, f° 130v-131v |Author=Sebastiano Erizzo |Recipient=Clément Thévenin |Correspondence da...")
(diff) ← Older revision | Latest revision (diff) | Newer revision → (diff)


Sebastiano Erizzo, Venice

Sebastiano Erizzo - Clément Thévenin - 1566-6-7
FINA IDUnique ID of the page  4824
InstitutionName of Institution. Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana
InventoryInventory number. Ms 277, f° 130v-131v
AuthorAuthor of the document. Sebastiano Erizzo
RecipientRecipient of the correspondence. Clément Thévenin
Correspondence dateDate when the correspondence was written: day - month - year . June 7, 1566 JL
PlacePlace of publication of the book, composition of the document or institution. Venice 45° 26' 13.88" N, 12° 20' 4.52" E
Associated personsNames of Persons who are mentioned in the annotation. Alfonso II, duke of Ferrara, Celio Calcagnino
LiteratureReference to literature. Erizzo 1568Erizzo 1568, Marconato 2018, p. 233-234Marconato 2018
KeywordNumismatic Keywords  Market , Book , Plates , Drawing
LanguageLanguage of the correspondence Italian
External LinkLink to external information, e.g. Wikpedia  http://paduaresearch.cab.unipd.it/10511/1/marconato claudia tesi.pdf
Map
Loading map...
You can move or zoom the map to explore other correspondence!
Grand documentOriginal passage from the "Grand document".

-Lettre du 7 juin 1566 (de Venise): "AL SIGNOR CLEMENTE TEVENINO Già sono trascorsi alcuni mesi ch’io scrissi una mia a vostra signoria la quale io so che hebbe buono indirizzo, né mai ho ricevuto alcuna risposta, il che più volte mi pose in dubbio della sua salute, come spesso ho ancora ragionato con quel reverendo suo amico francese, il quale poi mi fece certo che vostra signoria era sana, et che si trovava al presente in Parigi. Hora doppo tanto tempo ch’io non ho ricevuto alcuna novella di lei per sue lettere, mi è paruto di pigliar la penna per darle prima aviso come io son sano, per Dio gratia, poi per dirle, che qui poche cose antiche vengono alle mani// [131r] che vagliano, et questo ci aviene spetialmente, perché il signor duca di Ferrara si diletta di quelle, onde tutti concorrono a portare a quel principe, se alla giornata viene in luce alcuna cosa buona. Oltre che è talmente raddoppiato il numero hoggi degli antiquarii, che quelle poche cose che si veggono a comparire non suppliscono al desiderio di tanti che sono entrati nell’amore di fare simili acquisti. Quanto al libro mio già sono fornite tutte le figure che entreranno in quello in questa 2ª, havendovi io aggionte tutte le teste dei Cesari per serie, disegnate al naturale dalle antiche medaglie, il che darà non picciolo ornamento al detto libro, nel quale due fiate a buon proposito ho fatta onorata mentione di vostra signoria assegnandole quella parte che è sua, sì come veramente io ho conosciuto, lei haver miglior giudicio, et intendimento intorno all’istorie delle medaglie di quanti io sappia, che a questi tempi si trovino. Il sudetto libro mio si comincerà a stampare alla fine di agosto prossimo et subito finito, ne manderò uno a vostra signoria per la molta affetione ch’io porto alle sue virtù, et per l’obligo ch’io parimente le tengo. Io// [c. 131v] intesi li giorni passati per lettere del signor Giovan Battista Pigna, secretario del signor duca di Ferrara, che messer Celio Calcagnino, ferrarese, huomo di buone lettere, ai suoi tempi, scrisse un libro di espositioni di medaglie, il qual libro il signor duca ha nei suoi camerini secreti, ma perché non comporterebbe che esso si pubblicasse, per non levare il credito a quel valent’huomo. Onde desiderando io alcuna sua lettera, pregola a scrivermi, se di questo libro composto dal Calcagnino ella ne ha mai sentito nulla, et insieme havrò caro saper da vostra signoria se5 ha da venire tosto in Italia, secondo che ella ci promise. Alla quale per sempre da buon amico mi raccomando et profero. Di Vinegia, li 7 giugno 1566 (Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Ms 277, f° 130v-131v).