Sebastiano Erizzo - Ugo Antonio Roberti - 1557-12-25: Difference between revisions

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|Associated persons=Francesco I de' Medici
|Associated persons=Francesco I de' Medici
|Literature=Missere Fontana 2013a, p. 335, notes 72-73, p. 345, note 179; Marconato 2018, p. 131-132.
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|Numismatic keyword=greek; medaglions; nero; sabina; patina; agrippina; augustus; nerva; ptolemies; egypt; hadrian; price
|Numismatic keyword=greek; nero; sabina; patina; agrippina; augustus; nerva; ptolemies; egypt; hadrian; price; medallions
|CorrespondenceLanguage=Italian
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|Link=http://paduaresearch.cab.unipd.it/10511/1/marconato_claudia_tesi.pdf
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|Grand document=-Lettre du 25 décembre 1557 (de Venise) : "A MESSER UG'ANTONIO ROBERTI Benché io da molti segni et dalla esperienza habbia conosciuto, quando vostra signoria era qua in Venetia, la sua molto cortese natura, sì che non faceva più mestiero di mostrarlami per altre vie, non di meno al presente mi s’è fatta più nota et più grata, vedendola tanto amorevole et di me ricordevole, per una sua lettera scritta a dì cinque decembre et da me hoggi ricevuta, che è il giorno del Natale. Alla quale mi pare in tutto soverchio di corrispondere in cerimoniose parole, sapendo io che vostra signoria conosce per viva prova la natura mia et il mio modo di procedere. Et primieramente le dirò che mi spiace assai della sua indisposizione degli occhi, alla quale bisogna havere gran cura et governo, per esser male importuno et di gran molestia. Poi la ringratio della molta affettione, over divotione, per// [c. 49r] usare le sue cortesissime parole, che ella scrive di portarmi, segni veramente tutti dell’amorevole sua natura, quale io qui, con vostra signoria conversando, ho spesse fiate conosciuta et comandata in lei. Quanto alle medaglie et prima a quelle che ella già mi scrisse di haver tolte a nome mio, poiché sono cadute in mano di prencipe tale, quale è l’illustrissimo signor Duca di Firenze, io non me ne sdegno punto di haverle perdute, perché oltra al buon prezzo, che di quelle vostra signoria ha tratto, il servigio è stato molto bene et altamente locato, né di quelle quattro se ne parli più. Ma quanto a quelle che essa mi scrive haver in rame, benché non sieno da pareggiare alli dui belli Neroni venduti, dal porto et dalla decursione, fra le quali per il meglio vostra signoria mi nomina queste cinque: una Sabina grande con la vernice; una Agrippina grande con riverso di uno marchio «N. C. A. P. R.»; un Augusto,// [c. 49v] restituito da Nerva, netto et grande; uno Ptolomeo bello; uno Adriano dall’Annona con sacrificio. Io, seben di alcune di queste ne ho di eccellenti et nette, piglierò nondimeno queste cinque, essendo antiche, grandi, nette et della maniera che vostra signoria me le fa et non vi fia troppo differenza del prezzo, perciò che se io non le darò scudi 8, gliene darò 6, et se saranno di quella bontà che possono essere per ultimo prezzo, gliele pagarò scudi 7 queste cinque. Et perché io sempre ho dirizzate le mie lettere a vostra signoria per via del vostro messer Carlo Sigonio,vii se ella manderà in sue mani le sudette cinque medaglie di rame al medesimo messer Carlo io darògli scudi, accioché fra tanto che verranno de medaglie, li risponda in mano di vostra signoria, sì che saranno ben resi. Et io dimane andrò a trovar messer Carlo sino a// [c. 50r] casa et metteremo ordine di tal negocio, per far capitare i detti denari in man sua. Quanto alle medaglie greche grandi d’argento, che vostra signoria mi avisa, come la mi haverà mandate queste cinque di metallo, se nella lettera che ella hora mi scriverà mi darà aviso del prezzo delle grandi d’argento et di quante ne ha pur delle grandi, nominandole a una per una, ancora io le scriverò sopra quelle l’intention mia. Perché, poi ch’io vedo che vostra signoria mi ama cotanto et che serba così memoria di me, mi servirò di lei confidentemente et di continuo nell’aquisto delle medaglie, là dove si trova, come di mio corrispondente et buon amico, per lo tempo avvenire. Quando le capiteranno medaglie rare, belle et esquisite, overo medaglioni in rame, alli quali ho posto un poco più pensiero che ad altre medaglie correnti et ordinarie, perché di queste io già ho un buon numero// [c. 50v] et di altre ancora in rame da novo acquistate molto belle et nette, et oltre che vostra signoria meco non perderà la sua fatica et haverà ferma la riuscita delle medaglie, acquisterà un amico vero et fedele, se però maggiore affettione verso lei può sopravenire nel cor mio di quella che hora vi si trova. Attenderò adunque cinque medaglie predette di rame, che vostra signoria le mandi in mano di messer Carlo Sigonio suo confidente, con ordine, che per sicuro messo a lei mandi li denari, perché non si moveranno delle sue mani, se prima non si haveranno inviatigli scudi a lei per tal conto. Non sarò con vostra signoria più lungo, ma le bascierò le mani, pregandola che mi comandi et si vaglia di me ad ogni suo servitio. Io son sano, Iddio gratia. Di Vinegia, li XXV decembre nel [MD]LVII.» (Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Ms 277, f° 48v-50v ; F. Missere Fontana 2013, p. 335, notes 72-73, p. 345, note 179).
|Grand document=-Lettre du 25 décembre 1557 (de Venise) : "A MESSER UG'ANTONIO ROBERTI Benché io da molti segni et dalla esperienza habbia conosciuto, quando vostra signoria era qua in Venetia, la sua molto cortese natura, sì che non faceva più mestiero di mostrarlami per altre vie, non di meno al presente mi s’è fatta più nota et più grata, vedendola tanto amorevole et di me ricordevole, per una sua lettera scritta a dì cinque decembre et da me hoggi ricevuta, che è il giorno del Natale. Alla quale mi pare in tutto soverchio di corrispondere in cerimoniose parole, sapendo io che vostra signoria conosce per viva prova la natura mia et il mio modo di procedere. Et primieramente le dirò che mi spiace assai della sua indisposizione degli occhi, alla quale bisogna havere gran cura et governo, per esser male importuno et di gran molestia. Poi la ringratio della molta affettione, over divotione, per// [c. 49r] usare le sue cortesissime parole, che ella scrive di portarmi, segni veramente tutti dell’amorevole sua natura, quale io qui, con vostra signoria conversando, ho spesse fiate conosciuta et comandata in lei. Quanto alle medaglie et prima a quelle che ella già mi scrisse di haver tolte a nome mio, poiché sono cadute in mano di prencipe tale, quale è l’illustrissimo signor Duca di Firenze, io non me ne sdegno punto di haverle perdute, perché oltra al buon prezzo, che di quelle vostra signoria ha tratto, il servigio è stato molto bene et altamente locato, né di quelle quattro se ne parli più. Ma quanto a quelle che essa mi scrive haver in rame, benché non sieno da pareggiare alli dui belli Neroni venduti, dal porto et dalla decursione, fra le quali per il meglio vostra signoria mi nomina queste cinque: una Sabina grande con la vernice; una Agrippina grande con riverso di uno marchio «N. C. A. P. R.»; un Augusto,// [c. 49v] restituito da Nerva, netto et grande; uno Ptolomeo bello; uno Adriano dall’Annona con sacrificio. Io, seben di alcune di queste ne ho di eccellenti et nette, piglierò nondimeno queste cinque, essendo antiche, grandi, nette et della maniera che vostra signoria me le fa et non vi fia troppo differenza del prezzo, perciò che se io non le darò scudi 8, gliene darò 6, et se saranno di quella bontà che possono essere per ultimo prezzo, gliele pagarò scudi 7 queste cinque. Et perché io sempre ho dirizzate le mie lettere a vostra signoria per via del vostro messer Carlo Sigonio,vii se ella manderà in sue mani le sudette cinque medaglie di rame al medesimo messer Carlo io darògli scudi, accioché fra tanto che verranno de medaglie, li risponda in mano di vostra signoria, sì che saranno ben resi. Et io dimane andrò a trovar messer Carlo sino a// [c. 50r] casa et metteremo ordine di tal negocio, per far capitare i detti denari in man sua. Quanto alle medaglie greche grandi d’argento, che vostra signoria mi avisa, come la mi haverà mandate queste cinque di metallo, se nella lettera che ella hora mi scriverà mi darà aviso del prezzo delle grandi d’argento et di quante ne ha pur delle grandi, nominandole a una per una, ancora io le scriverò sopra quelle l’intention mia. Perché, poi ch’io vedo che vostra signoria mi ama cotanto et che serba così memoria di me, mi servirò di lei confidentemente et di continuo nell’aquisto delle medaglie, là dove si trova, come di mio corrispondente et buon amico, per lo tempo avvenire. Quando le capiteranno medaglie rare, belle et esquisite, overo medaglioni in rame, alli quali ho posto un poco più pensiero che ad altre medaglie correnti et ordinarie, perché di queste io già ho un buon numero// [c. 50v] et di altre ancora in rame da novo acquistate molto belle et nette, et oltre che vostra signoria meco non perderà la sua fatica et haverà ferma la riuscita delle medaglie, acquisterà un amico vero et fedele, se però maggiore affettione verso lei può sopravenire nel cor mio di quella che hora vi si trova. Attenderò adunque cinque medaglie predette di rame, che vostra signoria le mandi in mano di messer Carlo Sigonio suo confidente, con ordine, che per sicuro messo a lei mandi li denari, perché non si moveranno delle sue mani, se prima non si haveranno inviatigli scudi a lei per tal conto. Non sarò con vostra signoria più lungo, ma le bascierò le mani, pregandola che mi comandi et si vaglia di me ad ogni suo servitio. Io son sano, Iddio gratia. Di Vinegia, li XXV decembre nel [MD]LVII.» (Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Ms 277, f° 48v-50v ; F. Missere Fontana 2013, p. 335, notes 72-73, p. 345, note 179).
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Revision as of 14:36, 12 October 2020


Sebastiano Erizzo, Venice

Sebastiano Erizzo - Ugo Antonio Roberti - 1557-12-25
FINA IDUnique ID of the page  4780
InstitutionName of Institution. Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana
InventoryInventory number. Ms 277, f° 48v-50v
AuthorAuthor of the document. Sebastiano Erizzo
RecipientRecipient of the correspondence. Ugo Antonio Roberti
Correspondence dateDate when the correspondence was written: day - month - year . December 25, 1557 JL
PlacePlace of publication of the book, composition of the document or institution. Venice 45° 26' 13.88" N, 12° 20' 4.52" E
Associated personsNames of Persons who are mentioned in the annotation. Francesco I de' Medici
LiteratureReference to literature. Missere Fontana 2013a, p. 335, notes 72-73, p. 345, note 179Missere Fontana 2013a, Marconato 2018, p. 131-132.Marconato 2018
KeywordNumismatic Keywords  Greek , Nero , Sabina , Patina , Agrippina , Augustus , Nerva , Ptolemies , Egypt , Hadrian , Price , Medallions
LanguageLanguage of the correspondence Italian
External LinkLink to external information, e.g. Wikpedia  http://paduaresearch.cab.unipd.it/10511/1/marconato claudia tesi.pdf
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Grand documentOriginal passage from the "Grand document".

-Lettre du 25 décembre 1557 (de Venise) : "A MESSER UG'ANTONIO ROBERTI Benché io da molti segni et dalla esperienza habbia conosciuto, quando vostra signoria era qua in Venetia, la sua molto cortese natura, sì che non faceva più mestiero di mostrarlami per altre vie, non di meno al presente mi s’è fatta più nota et più grata, vedendola tanto amorevole et di me ricordevole, per una sua lettera scritta a dì cinque decembre et da me hoggi ricevuta, che è il giorno del Natale. Alla quale mi pare in tutto soverchio di corrispondere in cerimoniose parole, sapendo io che vostra signoria conosce per viva prova la natura mia et il mio modo di procedere. Et primieramente le dirò che mi spiace assai della sua indisposizione degli occhi, alla quale bisogna havere gran cura et governo, per esser male importuno et di gran molestia. Poi la ringratio della molta affettione, over divotione, per// [c. 49r] usare le sue cortesissime parole, che ella scrive di portarmi, segni veramente tutti dell’amorevole sua natura, quale io qui, con vostra signoria conversando, ho spesse fiate conosciuta et comandata in lei. Quanto alle medaglie et prima a quelle che ella già mi scrisse di haver tolte a nome mio, poiché sono cadute in mano di prencipe tale, quale è l’illustrissimo signor Duca di Firenze, io non me ne sdegno punto di haverle perdute, perché oltra al buon prezzo, che di quelle vostra signoria ha tratto, il servigio è stato molto bene et altamente locato, né di quelle quattro se ne parli più. Ma quanto a quelle che essa mi scrive haver in rame, benché non sieno da pareggiare alli dui belli Neroni venduti, dal porto et dalla decursione, fra le quali per il meglio vostra signoria mi nomina queste cinque: una Sabina grande con la vernice; una Agrippina grande con riverso di uno marchio «N. C. A. P. R.»; un Augusto,// [c. 49v] restituito da Nerva, netto et grande; uno Ptolomeo bello; uno Adriano dall’Annona con sacrificio. Io, seben di alcune di queste ne ho di eccellenti et nette, piglierò nondimeno queste cinque, essendo antiche, grandi, nette et della maniera che vostra signoria me le fa et non vi fia troppo differenza del prezzo, perciò che se io non le darò scudi 8, gliene darò 6, et se saranno di quella bontà che possono essere per ultimo prezzo, gliele pagarò scudi 7 queste cinque. Et perché io sempre ho dirizzate le mie lettere a vostra signoria per via del vostro messer Carlo Sigonio,vii se ella manderà in sue mani le sudette cinque medaglie di rame al medesimo messer Carlo io darògli scudi, accioché fra tanto che verranno de medaglie, li risponda in mano di vostra signoria, sì che saranno ben resi. Et io dimane andrò a trovar messer Carlo sino a// [c. 50r] casa et metteremo ordine di tal negocio, per far capitare i detti denari in man sua. Quanto alle medaglie greche grandi d’argento, che vostra signoria mi avisa, come la mi haverà mandate queste cinque di metallo, se nella lettera che ella hora mi scriverà mi darà aviso del prezzo delle grandi d’argento et di quante ne ha pur delle grandi, nominandole a una per una, ancora io le scriverò sopra quelle l’intention mia. Perché, poi ch’io vedo che vostra signoria mi ama cotanto et che serba così memoria di me, mi servirò di lei confidentemente et di continuo nell’aquisto delle medaglie, là dove si trova, come di mio corrispondente et buon amico, per lo tempo avvenire. Quando le capiteranno medaglie rare, belle et esquisite, overo medaglioni in rame, alli quali ho posto un poco più pensiero che ad altre medaglie correnti et ordinarie, perché di queste io già ho un buon numero// [c. 50v] et di altre ancora in rame da novo acquistate molto belle et nette, et oltre che vostra signoria meco non perderà la sua fatica et haverà ferma la riuscita delle medaglie, acquisterà un amico vero et fedele, se però maggiore affettione verso lei può sopravenire nel cor mio di quella che hora vi si trova. Attenderò adunque cinque medaglie predette di rame, che vostra signoria le mandi in mano di messer Carlo Sigonio suo confidente, con ordine, che per sicuro messo a lei mandi li denari, perché non si moveranno delle sue mani, se prima non si haveranno inviatigli scudi a lei per tal conto. Non sarò con vostra signoria più lungo, ma le bascierò le mani, pregandola che mi comandi et si vaglia di me ad ogni suo servitio. Io son sano, Iddio gratia. Di Vinegia, li XXV decembre nel [MD]LVII.» (Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, Ms 277, f° 48v-50v ; F. Missere Fontana 2013, p. 335, notes 72-73, p. 345, note 179).